L’individuazione
Alla luce delle nozioni di forma e d'informazione
Questo testo costituisce la prima traduzione italiana integrale del capolavoro di Gilbert Simondon (1924-1989): la tesi di dottorato principale. In questo saggio fondamentale, l’Autore promuove una puntuale critica alle classiche concezioni filosofiche delle nozioni di individuo e soggetto, ripensandone le definizioni a partire dal processo che sottende alla loro costituzione ed elaborazione.
Questo testo costituisce la prima traduzione italiana integrale del capolavoro di Gilbert Simondon (1924-1989): la tesi di dottorato principale. In questo saggio fondamentale, l’Autore promuove una puntuale critica alle classiche concezioni filosofiche delle nozioni di individuo e soggetto, ripensandone le definizioni a partire dal processo che sottende alla loro costituzione ed elaborazione. A tale scopo, Simondon sviluppa alcune significative suggestioni provenienti dalla tradizione della fenomenologia francese, dalla Gestaltpsychologie, dalla Teoria dell’Informazione e dalla Fisica quantistica, articolando, al contempo, una riflessione autonoma e sistematica, atta a ripensare l’individualità alla luce dei contributi delle più recenti teorie scientifiche. Il volume consta della traduzione italiana del monumentale saggio simondoniano, con Prefazionedi Jacques Garelli; questa edizione ripresenta nella sua unitarietà complessiva l’opera simondoniana.
APPROFONDISCIGilbert Simondon (Saint-Étienne, 1924-Palaiseau, 1989) è il massimo filosofo della tecnologia del ’900. Nella sua opera, ha articolato un’originale interpretazione filosofica del processo ontogenetico che sottende alla costituzione dell’individualità, sviluppando un interesse scientificamente documentato per la dimensione culturale delle tecniche e delle tecnologie. Docente di Psychologie générale alla Sorbona dal 1964 al 1984, fondatore e direttore del Laboratoire de Psychologie générale et Technologie, è autore, oltre che de L’individuation à la lumière des notions de forme et d’information, del saggio Du mode d’existence des objets techniques (Aubier, 1958).
COMPATTALa nuova stagione dei contratti pubblici tra incertezze e responsabilità
- La scuola dell’ignoranza
- La nuova stagione dei contratti pubblici tra incertezze e responsabilità
- Homo homini deus
- L’animale e la repubblica
- L'oggettività scientifica e i suoi contesti
- Il male comune nella storia
- Le ragioni del pensiero
- Il «fiume carsico»
- Storia ambientale dell'energia nucleare
- Il prisma dei beni comuni tra diritto e scienze umane
- Dalla ragione assoluta alla razionalità storica
- Bachelard
- L'incognita europea
- Contributi e riflessioni sui beni comuni
- Edith Stein ponte di verità
- Il divenire di una poetica
- Dalla parte di Marx
- L'esperienza della cosa
- L'infinita speranza di un ritorno
- Il mio corpo estraneo
- Kafka a Milano
- La scoperta scientifica e la sua logica
- Ragioni e limiti del formalismo
- Suppositio pro significato non ultimato
- La scienza e l'idea di ragione
- Giovanni Vailati epistemologo e maestro
- Sul materialismo leopardiano
- Gilbert Simondon filosofo della mentalité technique
- Ludovico Geymonat Epistemologo
- Le radici della razionalità critica: saperi, pratiche, teleologie
- Itinerari di silenzio
- Epistemologia e soggettività
- Alla ricerca del testo perduto
- Kant epistemologo
- Il Kant di Martinetti
Il volume raccoglie i saggi che rappresentano il frutto di un ciclo di incontri in materia di contratti pubblici che si è svolto presso il Dipartimento di diritto, economia e culture dell’Università degli Studi dell’Insubria in collaborazione con l’associazione Aequa e con gli enti locali del territorio di Como e Varese. Il testo approfondisce l’intero ciclo di vita dei contratti, compreso tra l’iniziale fase ideativa e quella terminale dell’esecuzione rilevando, in ogni fase, le criticità che inibiscono, in seno agli apparati pubblici, l’esercizio intraprendente del potere di scelta. Il lavoro si rivolge, pertanto, sia a coloro che vogliono conoscere le innovazioni legislative succedutesi in materia di contratti pubblici, sia a coloro che intendono approcciarsi a questo ambito con sguardo attento alle ragioni dell’inquietudine e delle remore degli operatori pubblici.
ISBN: 9788857558042
Pages: 508
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La scuola dell’ignoranza
- La scuola dell’ignoranza
- La nuova stagione dei contratti pubblici tra incertezze e responsabilità
- Homo homini deus
- L’animale e la repubblica
- L'oggettività scientifica e i suoi contesti
- Il male comune nella storia
- Le ragioni del pensiero
- Il «fiume carsico»
- Storia ambientale dell'energia nucleare
- Il prisma dei beni comuni tra diritto e scienze umane
- Dalla ragione assoluta alla razionalità storica
- Bachelard
- L'incognita europea
- Contributi e riflessioni sui beni comuni
- Edith Stein ponte di verità
- Il divenire di una poetica
- Dalla parte di Marx
- L'esperienza della cosa
- L'infinita speranza di un ritorno
- Il mio corpo estraneo
- Kafka a Milano
- La scoperta scientifica e la sua logica
- Ragioni e limiti del formalismo
- Suppositio pro significato non ultimato
- La scienza e l'idea di ragione
- Giovanni Vailati epistemologo e maestro
- Sul materialismo leopardiano
- Gilbert Simondon filosofo della mentalité technique
- Ludovico Geymonat Epistemologo
- Le radici della razionalità critica: saperi, pratiche, teleologie
- Itinerari di silenzio
- Epistemologia e soggettività
- Alla ricerca del testo perduto
- Kant epistemologo
- Il Kant di Martinetti
Il volume contiene gli atti della giornata di studi su La scuola dell’ignoranza, tenutasi il 26 maggio 2018 presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “Schiaparelli-Gramsci” di Milano e promossa da questo Istituto in collaborazione con il Centro Internazionale Insubrico “C. Cattaneo” e “G. Preti” dell’Università degli Studi dell’Insubria (Varese). I contributi raccolti, in linea con lo spirito di libero confronto critico che ha caratterizzato l’incontro, presentano diversi punti di vista sulla scuola, sui modelli d’insegnamento e sulle loro pratiche, ma sono però tutti concordi nel denunciare il grave stato di degrado della scuola e tutti motivati a cercare di individuare delle soluzioni di riqualificazione dell’istituzione scolastica e della sua vita quotidiana.
Editors:
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Il volume contiene gli atti della giornata di studi su La scuola dell’ignoranza, tenutasi il 26 maggio 2018 presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “Schiaparelli-Gramsci” di Milano e promossa da questo Istituto in collaborazione con il Centro Internazionale Insubrico “C. Cattaneo” e “G. Preti” dell’Università degli Studi dell’Insubria (Varese). I contributi raccolti, in linea con lo spirito di libero confronto critico che ha caratterizzato l’incontro, presentano diversi punti di vista sulla scuola, sui modelli d’insegnamento e sulle loro pratiche, ma sono però tutti concordi nel denunciare il grave stato di degrado della scuola e tutti motivati a cercare di individuare delle soluzioni di riqualificazione dell’istituzione scolastica e della sua vita quotidiana.
APPROFONDISCIDa tale variegato complesso di analisi e considerazioni esce un quadro impietoso dello stato attuale della scuola, della sua amministrazione e dei diversi governi e decisori politici che si sono succeduti negli ultimi decenni, ma emerge anche la presenza di un’Italia civile che non si è mai arresa al degrado delle istituzioni e della vita pubblica e che con tenacia, equilibrio e razionalità ha continuato a rappresentare l’ultimo baluardo al dilagare dell’ignoranza, della barbarie e della corruzione e dalla quale sola si può sperare un’azione di riscossa e di riqualifi azione anche della scuola.
Contributi di Emilio Amatulli, Alberto Giovanni Biuso, Giovanni Carosotti, Sergio Colella, Francesco Coniglione, Dario Generali, Rossella Latempa, Fabio Minazzi, Andrea Panìco, Carlo Sini, Tiziano Tussi e Gianni Vacchelli.
Sergio Colella (Imperia, 1955), Dirigente scolastico presso il Consolato d’Italia a Montevideo, con estensione di funzione in Cile e in Venezuela, e Dirigente scolastico presso l’ISS “Schiaparelli-Gramsci” di Milano sino all’a.s. 2017-2018.
Dario Generali (Milano, 1953), coordinatore scientifico dell’Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Vallisneri, con sede presso l’Istituto per la storia del pensiero fi losofi co e scientifi co moderno (Sezione di Milano) del CNR.
Fabio Minazzi (Varese, 1955), ordinario di Filosofi a della scienza presso l’Università degli Studi dell’Insubria a Varese, Direttore e fondatore del Centro Internazionale Insubrico “Carlo Cattaneo” e “Giulio Preti” per la Filosofi a, l’Epistemologia, le Scienze cognitive e la Storia della Scienza e delle Tecniche.
COMPATTAL’unione tra scienza e tecnica: una faticosa conquista
- L’unione tra scienza e tecnica: una faticosa conquista
- La moralità dell'antifascismo
- «Hostinato rigore»
- De vita solitaria: Petrarca e Spinoza
- Sullo spazio del bene comune
- Mezzo secolo di Storia della Scienza a Milano
- L’unione tra scienza e tecnica: una faticosa conquista
Il libro parte da un’analisi rigorosamente storica del significato che, di volta in volta, gli operatori hanno dato ai termini scienza e tecnica. Nella lunga evoluzione storica di tali concetti si considerano solo i momenti in cui la natura della loro relazione emerge in modo significativo. Il rapporto è stato di esclusione di una componente, oppure d’inclusione di una nell’altra e viceversa, e, infine, di unione reciproca. Si è cercato d’individuare le ragioni delle difficoltà e delle fatiche che sono state necessarie per conseguire l’unione completa e sistematica delle due parti costituenti il nesso tra scienza e tecnica, realizzatosi nel corso del secolo XIX.
Gianni Micheli (Milano 1936), già ordinario di Storia della scienza presso l’Università degli Studi di Milano, dove ha insegnato dal 1969 al 2008, si è occupato di scienza rinascimentale, della rivoluzione scientifica, della tradizione filosofica e scientifica italiana, di scienza greca, nonché di problemi di storiografia e di filosofia della scienza. Tra i suoi scritti: l’edizione italiana delle Opere biologiche di Descartes (1965), Le origini del concetto di macchina (1995). Ha inoltre diretto e curato il volume terzo degli Annali della Storia d’Italia (1980). Una sua intervista di testimonianza su Mezzo secolo di storia della scienza a Milano è apparsa in questa collana nel 2016.
La scienza e l’idea di ragione
Scienza, filosofia e religione da Galileo ai buchi neri e oltre
- La scuola dell’ignoranza
- La nuova stagione dei contratti pubblici tra incertezze e responsabilità
- Homo homini deus
- L’animale e la repubblica
- L'oggettività scientifica e i suoi contesti
- Il male comune nella storia
- Le ragioni del pensiero
- Il «fiume carsico»
- Storia ambientale dell'energia nucleare
- Il prisma dei beni comuni tra diritto e scienze umane
- Dalla ragione assoluta alla razionalità storica
- Bachelard
- L'incognita europea
- Contributi e riflessioni sui beni comuni
- Edith Stein ponte di verità
- Il divenire di una poetica
- Dalla parte di Marx
- L'esperienza della cosa
- L'infinita speranza di un ritorno
- Il mio corpo estraneo
- Kafka a Milano
- La scoperta scientifica e la sua logica
- Ragioni e limiti del formalismo
- Suppositio pro significato non ultimato
- La scienza e l'idea di ragione
- Giovanni Vailati epistemologo e maestro
- Sul materialismo leopardiano
- Gilbert Simondon filosofo della mentalité technique
- Ludovico Geymonat Epistemologo
- Le radici della razionalità critica: saperi, pratiche, teleologie
- Itinerari di silenzio
- Epistemologia e soggettività
- Alla ricerca del testo perduto
- Kant epistemologo
- Il Kant di Martinetti
Se c’è una cosa che al giorno d’oggi è evidente per chiunque è lo straordinario potere della scienza, che attraverso le sue applicazioni tecnologiche è giunta a trasformare profondamente il mondo in cui viviamo. Eppure la grande maggioranza degli epistemologi oggi nega che la scienza possa conoscere la realtà, riducendola a un puro prodotto di convenzioni sociali. Com’è stato possibile un esito così paradossale?
Se c’è una cosa che al giorno d’oggi è evidente per chiunque è lo straordinario potere della scienza, che attraverso le sue applicazioni tecnologiche è giunta a trasformare profondamente il mondo in cui viviamo. Eppure la grande maggioranza degli epistemologi oggi nega che la scienza possa conoscere la realtà, riducendola a un puro prodotto di convenzioni sociali. Com’è stato possibile un esito così paradossale? Partendo da questa domanda apparentemente per soli addetti ai lavori, Paolo Musso ci guida attraverso un lungo viaggio dalle origini galileiane della scienza sperimentale fino ai giorni nostri, affrontando molte delle grandi questioni di confine tra scienza, filosofia e religione che oggi i filosofi tendono sempre più spesso a evitare, mettendo in discussione molti consolidati luoghi comuni e giungendo alla sorprendente conclusione che non esiste una sola modernità, ma due: la prima, figlia della scienza sperimentale galileiana e basata su un
APPROFONDISCIidea di ragione costitutivamente aperta alla realtà, all’esperienza, all’imprevisto e al mistero, che ha prodotto il formidabile allargamento di prospettive e lo straordinario progresso che tutti conosciamo; la seconda, figlia del razionalismo cartesiano e basata invece su un’idea di ragione “misura-di-tutte-le-cose”, che conduce ineluttabilmente alla propria auto-dissoluzione, a cui stiamo assistendo proprio in questi anni. La scelta fra queste due opposte prospettive non è ormai più solo un problema teorico: ne va della stessa sopravvivenza della nostra civiltà.
Paolo Musso è Professore di Filosofi a teoretica all’Università degli Studi dell’Insubria, dove tiene i corsi di Fondamenti della modernità, di Filosofia della scienza e di Scienza e fantascienza nei media e nella letteratura, unico corso universitario italiano dedicato alla fantascienza. È Visiting Professor di Epistemologia nelle Università UCSS e San Marcos di Lima, nonché membro della European Academy of Sciences and Arts e del SETI Committee, il gruppo interdisciplinare per la ricerca della vita intelligente nel cosmo della International Academy of Astronautics. Nel 2017 è stato Fellow della Oxford University per l’America Latina per lo sviluppo del progetto La vida en el universo. Ha pubblicato oltre 70 articoli e 4 libri.
COMPATTALe ragioni del pensiero
Filosofi italiani del ’900
- La scuola dell’ignoranza
- La nuova stagione dei contratti pubblici tra incertezze e responsabilità
- Homo homini deus
- L’animale e la repubblica
- L'oggettività scientifica e i suoi contesti
- Il male comune nella storia
- Le ragioni del pensiero
- Il «fiume carsico»
- Storia ambientale dell'energia nucleare
- Il prisma dei beni comuni tra diritto e scienze umane
- Dalla ragione assoluta alla razionalità storica
- Bachelard
- L'incognita europea
- Contributi e riflessioni sui beni comuni
- Edith Stein ponte di verità
- Il divenire di una poetica
- Dalla parte di Marx
- L'esperienza della cosa
- L'infinita speranza di un ritorno
- Il mio corpo estraneo
- Kafka a Milano
- La scoperta scientifica e la sua logica
- Ragioni e limiti del formalismo
- Suppositio pro significato non ultimato
- La scienza e l'idea di ragione
- Giovanni Vailati epistemologo e maestro
- Sul materialismo leopardiano
- Gilbert Simondon filosofo della mentalité technique
- Ludovico Geymonat Epistemologo
- Le radici della razionalità critica: saperi, pratiche, teleologie
- Itinerari di silenzio
- Epistemologia e soggettività
- Alla ricerca del testo perduto
- Kant epistemologo
- Il Kant di Martinetti
L’attuale situazione dell’Italia è radicalmente diversa da quella del Novecento, in cui hanno operato i dieci filosofi italiani considerati in questo lavoro. La globalizzazione costituisce la nuova condizione in cui si colloca la società e la cultura del nostro Paese, in un processo di rapido sviluppo, tale da avere suggerito al sociologo Zygmunt Bauman la felice immagine di società liquida, ossia aperta, incerta. Di fronte a questo preciso contesto, l’Autore ha scelto di compiere allora l’analisi di un problema, di un argomento o, spesso, anche di un’opera che ha avuto un particolare rilievo nel pensiero dei filosofi qui considerati, affrontando questioni che non sono estranee alle odierne discussioni filosofiche.
L’attuale situazione dell’Italia è radicalmente diversa da quella del Novecento, in cui hanno operato i dieci filosofi italiani considerati in questo lavoro. La globalizzazione costituisce la nuova condizione in cui si colloca la società e la cultura del nostro Paese, in un processo di rapido sviluppo, tale da avere suggerito al sociologo Zygmunt Bauman la felice immagine di società liquida, ossia aperta, incerta. Di fronte a questo preciso contesto, l’Autore ha scelto di compiere allora l’analisi di un problema, di un argomento o, spesso, anche di un’opera che ha avuto un particolare rilievo nel pensiero dei filosofi qui considerati, affrontando questioni che non sono estranee alle odierne discussioni filosofiche.
APPROFONDISCIQuesto, per esempio, è il caso di Mario Manlio Rossi, che, nel momento in cui il protestantesimo aveva una significativa presenza e una rivista come Conscientia, si pose il problema del rapporto tra teologia e filosofia, nonché quello della presenza del pensiero di Lutero in scrittori e pensatori italiani e dell’Europa. Oggi anche Papa Francesco ha riconosciuto una certa attualità a Lutero, aprendo una discussione all’interno del cattolicesimo. Oppure si rileva l’importanza del contributo del filosofo cattolico Marino Gentile che ha svolto un riesame della cultura cattolica discutendo – sollecitato direttamente da G. B. Montini (futuro Papa Paolo VI) – il rapporto fra cattolicesimo e modernità, ovvero una “costante” della cultura cattolica. Un originale contributo sulla guerra ha infine fornito il filosofo positivista Erminio Troilo, il quale ha individuato le ragioni della Prima guerra mondiale nella cultura filosofica, mostrando come il pensiero di Fichte e di Hegel l’abbiano preparata, facendola accettare alla classe dirigente tedesca. Di fronte alle guerre che accadono oggi, in cui anche l’Italia è stata variamente coinvolta, il problema della legittimità o della necessità della guerra continua infatti a essere un argomento dibattuto, sia pur con opposte opzioni.
Mario Quaranta (Ferrara 1936) vive e lavora a Padova dove è membro effettivo della locale Accademia Galileiana. Ha collaborato alla Storia del pensiero filosofico e scientifico (1970) di Ludovico Geymonat e al Dizionario delle opere filosofiche di Franco Volpi; ha curato l’Opera omnia di Giovanni Vailati (1987, 3 voll.). Fra le sue opere ricordiamo: Ludovico Geymonat. Una ragione inquieta (Roma 2001); Comte epistemologo (Padova 20182); Positivismo e modernità (Udine 2014); Cultura e politica. Percorsi del Novecento italiano (Gaeta 2014); La discussione filosofica nelle riviste del Novecento (Padova 2015); La tradizione della ragione nella filosofia italiana del ’900 (Acireale-Roma 2016).
COMPATTAL’animale e la repubblica
- La scuola dell’ignoranza
- La nuova stagione dei contratti pubblici tra incertezze e responsabilità
- Homo homini deus
- L’animale e la repubblica
- L'oggettività scientifica e i suoi contesti
- Il male comune nella storia
- Le ragioni del pensiero
- Il «fiume carsico»
- Storia ambientale dell'energia nucleare
- Il prisma dei beni comuni tra diritto e scienze umane
- Dalla ragione assoluta alla razionalità storica
- Bachelard
- L'incognita europea
- Contributi e riflessioni sui beni comuni
- Edith Stein ponte di verità
- Il divenire di una poetica
- Dalla parte di Marx
- L'esperienza della cosa
- L'infinita speranza di un ritorno
- Il mio corpo estraneo
- Kafka a Milano
- La scoperta scientifica e la sua logica
- Ragioni e limiti del formalismo
- Suppositio pro significato non ultimato
- La scienza e l'idea di ragione
- Giovanni Vailati epistemologo e maestro
- Sul materialismo leopardiano
- Gilbert Simondon filosofo della mentalité technique
- Ludovico Geymonat Epistemologo
- Le radici della razionalità critica: saperi, pratiche, teleologie
- Itinerari di silenzio
- Epistemologia e soggettività
- Alla ricerca del testo perduto
- Kant epistemologo
- Il Kant di Martinetti
Nel 1802, tredici anni dopo la proclamazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, l’Institut National de Paris lanciava un concorso sul tema: “Fino a che punto il trattamento barbaro inflitto agli animali è oggetto di morale pubblica? E, converrà fare leggi in questo senso?”. Il concorso si rivelò un successo senza precedenti sia per il numero di partecipanti (28) sia per la varietà delle voci coinvolte. Tuttavia, nel 1804, la giuria decretò che nessuno dei testi pervenuti fosse degno del premio.
I contenuti di quelle dissertazioni sono la base di questo libro. Un succedersi di riflessioni che rivelano, in primo luogo, quanto le tensioni politiche del momento – la re-istituzione della schiavitù e l’ascesa al potere di Bonaparte – influissero sulle proposte suggerite, tutte ben inserite nell’acceso dibattito intorno al modello di società da prospettare e applicare.
Nel 1802, tredici anni dopo la proclamazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, l’Institut National de Paris lanciava un concorso sul tema: “Fino a che punto il trattamento barbaro inflitto agli animali è oggetto di morale pubblica? E, converrà fare leggi in questo senso?”. Il concorso si rivelò un successo senza precedenti sia per il numero di partecipanti (28) sia per la varietà delle voci coinvolte. Tuttavia, nel 1804, la giuria decretò che nessuno dei testi pervenuti fosse degno del premio.
I contenuti di quelle dissertazioni sono la base di questo libro. Un succedersi di riflessioni che rivelano, in primo luogo, quanto le tensioni politiche del momento – la re-istituzione della schiavitù e l’ascesa al potere di Bonaparte – influissero sulle proposte suggerite, tutte ben inserite nell’acceso dibattito intorno al modello di società da prospettare e applicare.
Ma non solo.
In secondo luogo ripercorrendo i ragionamenti che animarono tale dibattito, il libro ha la capacità di accompagnare il lettore verso questioni dell’attualità più stringente, inserendosi così in un’ampia disputa che coinvolge diversi campi del sapere e dell’opinare: dalla sociologia alla storia e alla filosofia, dal diritto all’etica, dalle scienze naturali alla zoologia.
Quelle considerazioni sulla legge e sulla sensibilità degli animali portano alla luce la consapevolezza dell’importanza che l’uomo già attribuiva all’ambiente, elaborando così una lucida anticipazione delle preoccupazioni e inquietudini dell’uomo contemporaneo. Una questione posta duecento anni fa, e divenuta la sfida del XXI secolo di fronte all’emergenza ecologica. Un’occasione dunque da non perdere e colta dal corso di studio in Storia e storie del mondo contemporaneo dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese, promotore della presente edizione e traduzione.
Pierre Serna (Castres 1963), titolare della cattedra di Storia della Rivoluzione francese all’Università di Parigi I, Panthéon-Sorbonne, è vice-presidente della Commission Internationale d’Histoire de la Révolution Française e membro dell’Institut d’histoire de la Révolution française. Tra i suoi lavori: La République des girouettes: 1789-1815 (Seyssel 2005), Fratelli di Francia. Storia e storiografia di una rivoluzione divenuta repubblicana 1792-1804 (Milano 2013), Antonelle, noble révolutionnaire (Arles 2017) e Comme des bêtes. Histoire politique de l’animal en Revolution 1750-1840 (Paris 2017).
COMPATTAHomo homini deus
- La scuola dell’ignoranza
- La nuova stagione dei contratti pubblici tra incertezze e responsabilità
- Homo homini deus
- L’animale e la repubblica
- L'oggettività scientifica e i suoi contesti
- Il male comune nella storia
- Le ragioni del pensiero
- Il «fiume carsico»
- Storia ambientale dell'energia nucleare
- Il prisma dei beni comuni tra diritto e scienze umane
- Dalla ragione assoluta alla razionalità storica
- Bachelard
- L'incognita europea
- Contributi e riflessioni sui beni comuni
- Edith Stein ponte di verità
- Il divenire di una poetica
- Dalla parte di Marx
- L'esperienza della cosa
- L'infinita speranza di un ritorno
- Il mio corpo estraneo
- Kafka a Milano
- La scoperta scientifica e la sua logica
- Ragioni e limiti del formalismo
- Suppositio pro significato non ultimato
- La scienza e l'idea di ragione
- Giovanni Vailati epistemologo e maestro
- Sul materialismo leopardiano
- Gilbert Simondon filosofo della mentalité technique
- Ludovico Geymonat Epistemologo
- Le radici della razionalità critica: saperi, pratiche, teleologie
- Itinerari di silenzio
- Epistemologia e soggettività
- Alla ricerca del testo perduto
- Kant epistemologo
- Il Kant di Martinetti
Nell’Ethica la filosofia di Spinoza si presenta nel proprio rigore razionale scandito secondo il mos geometricum, capace di fare emergere le ricche tensioni concettuali proprie del pensiero spinoziano, come quelle tra realtà e ideale, tra necessità e libertà, tra ragione e intuizione, tra finito e infinito. Seguendo nel proprio svolgersi tale pensiero e considerando anche altre opere di Spinoza, questo studio evidenzia come la concezione dinamica del Deus seu Natura, lontana da qualsiasi antropomorfismo e antropocentrismo, permetta di delineare la realizzazione dell’essere umano in questa vita e su questa terra attraverso la conoscenza e il rispetto delle leggi universali della Natura. Tale itinerario, allo stesso tempo teoretico e pratico, è frutto di una continua conquista che comporta l’affermazione del proprio esistere per ogni singolo individuo nella sua unità di Mente e Corpo e, proprio per questo, conduce necessariamente alla ricerca della libertà, della giustizia, dell’uguaglianza e del reciproco aiuto fra tutti gli esseri umani, così che ciascuno possa vivere nella gioia del bene agere et laetari essendo homo homini deus.
Editors:
Cover Artists:
Mario Dal Pra nella “Scuola di Milano”
- L’idioma di quel dolce di Calliope labbro
- La Persona Down
- «Filmavo da indipendente, solo e contro tutti»
- Sulla filosofia della scienza di Evandro Agazzi
- Sul bios theoretikós di Giulio Preti (2 voll.)
- Il dottore e la faconda dottrina
- Evolutionism and religion
- Mario Dal Pra nella “Scuola di Milano”
- Varese Comunica
Mario Dal Pra non ha mai cessato di svolgere l’esercizio critico della riflessione filosofica attraversando differenti esperienze teoretiche e storiografiche. Formatosi nell’ambito della filosofia cattolica e realista, per alcuni anni ha condiviso una prospettiva incentrata su una forma metafisica di realismo dualista, mentre ha perseguito la possibilità di individuare un nesso critico tra ricerca storiografica e riflessione filosofica. Dal Pra non ha tuttavia mancato di confrontarsi con le inquietudini civili e sociali italiane del Novecento.
Mario Dal Pra non ha mai cessato di svolgere l’esercizio critico della riflessione filosofica attraversando differenti esperienze teoretiche e storiografiche. Formatosi nell’ambito della filosofia cattolica e realista, per alcuni anni ha condiviso una prospettiva incentrata su una forma metafisica di realismo dualista, mentre ha perseguito la possibilità di individuare un nesso critico tra ricerca storiografica e riflessione filosofica. Dal Pra non ha tuttavia mancato di confrontarsi con le inquietudini civili e sociali italiane del Novecento.
Insegnante liceale (per tre lustri, a Rovigo, Vicenza e Milano) ha progressivamente maturato un suo distacco critico radicale dal fascismo. All’indomani del 25 luglio 1943 si schiera con le forze dell’antifascismo, entrando nelle fila di Giustizia e Libertà, per poi svolgere, prima a Vicenza e poi, clandestinamente, a Milano, come Procopio, un
intensa attività partigiana in seno al movimento di Liberazione. Nel 1944 pubblica Valori cristiani e cultura immanentista in cui, delinea una sintesi tra immanentismo e cristianesimo, ed argomenta, more martinettiano, il diritto di resistenza armata alle forze del nazi-fascismo quale autentico atto di carità, scrivendo alcune delle pagine più alte della Resistenza italiana.
Con Andrea Vasa, condivide il trascendentalismo della prassi mentre, dopo aver fondato la Rivista di storia della filosofia (1946), continua un intenso lavoro storiografico pubblicando studi su Hume (1949), Lo scetticismo greco (19501, 19893), La storiografia fi losofica antica (1950), Amalrico di Bène (1951), Giovanni di Salisbury (1951), Nicola d’Autrecourt (1951) che integrano le precedenti monografie su Scoto Eriugena (19411 e 19522), Condillac (1942) e Maturi (1943). Nel 1956 Dal Pra succede ad Antonio Banfi sulla cattedra di Storia della filosofia, con la quale dà avvio alla formazione di una sua scuola storiografica.
Partecipa alla stagione del neoilluminismo e si avvicina all’empirismo critico e al trascendentalismo storico-oggettivo di Giulio Preti. Nell’ultima fase della sua riflessione elabora uno storicismo critico mentre realizza disamine come La dialettica in Marx (1965, 1972), Logica, esperienza e prassi (1976), Studi sul pragmatismo italiano (1984), Filosofi del Novecento (1989), nonché Ragione storia (1992), in cui ricostruisce, dialogando con Minazzi, la propria biografia intellettuale e civile. Anche in questa fase intreccia lo studio con la capacità di promuovere differenti progetti editoriali che, nel caso dell’opera pretiana, lo inducono ad avviare una felice serie di iniziative, coinvolgendo alcuni tra i suoi più giovani allievi, che hanno permesso una rinascita degli studi dedicati al pensiero di Preti, cui lui stesso contribuisce con gli Studi sull’empirismo critico di G. Preti (1988).
Fabio Minazzi (Varese 1955), Ordinario di Filosofia della scienza dell’Università degli Studi dell’Insubria, è Direttore scientifico del Centro Internazionale Insubrico (che ha fondato nel 2009) e membro effettivo dell’Académie Internationale de Philosophie des Sciences di Bruxelles. Autore di più di cento volumi (tra monografie e curatele) si è formato con Ludovico Geymonat e Mario Dal Pra, con i quali ha variamente collaborato per riattivare il programma di ricerca del razionalismo critico che ha nella “scuola di Milano” una sua paradigmatica espressione.
COMPATTA