BIOGRAFIA
Quando Antonia Pozzi nasce è martedì 13 febbraio 1912: bionda, minuta, delicatissima, tanto da rischiare di non farcela a durare sulla scena del mondo; ma la vita ha le sue rivincite e … … Antonia cresce: è una bella bambina, come la ritraggono molte fotografie, dalle quali sembra trasudare tutto l’amore e la gioia dei genitori, l’avvocato Roberto Pozzi, originario di Laveno, e la contessa Lina, figlia del conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana e di Maria Gramignola, proprietari di una vasta tenuta terriera, detta La Zelata, a, Bereguardo. Il 3 marzo la piccola viene battezzata in San Babila ed eredita il nome del nonno, primo di una serie di nomi parentali (Rosa, Elisa, Maria,Giovanna, Emma), che indicherà per sempre la sua identità. Antonia cresce, dunque, in un ambiente colto e raffinato: il padre avvocato, già noto a Milano; la madre, educata nel Collegio Bianconi di Monza, conosce bene il francese e l’inglese e legge molto, soprattutto autori stranieri, suona il pianoforte e ama la musica classica, frequenta la Scala, dove poi la seguirà anche Antonia; ha mani particolarmente abili al disegno e al ricamo. Il nonno Antonio è persona coltissima, storico noto e apprezzato del Pavese, amante dell’arte, versato nel disegno e nell’acquerello. La nonna, Maria, vivacissima e sensibilissima, figlia di Elisa Grossi, a sua volta figlia del più famoso Tommaso, che Antonia chiamerà “Nena” e con la quale avrà fin da bambina un rapporto di tenerissimo affetto e di profonda intesa. Bisogna, poi, aggiungere la zia Ida, sorella del padre, maestra, che sarà la compagna di Antonia in molti suoi viaggi; le tre zie materne, presso le quali Antonia trascorrerà brevi periodi di vacanza tra l’infanzia e la prima adolescenza; la nonna paterna, Rosa, anch’essa maestra, che muore però quando Antonia è ancora bambina. Nel 1917 inizia per Antonia l’esperienza scolastica: l’assenza, tra i documenti, della pagella della prima elementare, fa supporre che la bimba frequenti come uditrice, non avendo ancora compiuto i sei anni, la scuola delle Suore Marcelline, di Piazzale Tommaseo, o venga preparata privatamente per essere poi ammessa alla seconda classe nella stessa scuola, come attesta la pagella; dalla terza elementare, invece, fino alla quinta frequenta una scuola statale di Via Ruffini. Si trova, così, nel 1922, non ancora undicenne, ad affrontare il ginnasio, presso il Liceo-ginnasio “Manzoni”, da dove, nel 1930, esce diplomata per avventurarsi negli studi universitari, alla Statale di Milano.
Gli anni del liceo segnano per sempre la vita di Antonia: in questi anni stringe intense e profonde relazioni amicali con Lucia Bozzi ed Elvira Gandini, le sorelle elettive, già in terza liceo quando lei si affaccia alla prima; incomincia a dedicarsi con assiduità alla poesia, ma, soprattutto, fa l’esperienza esaltante e al tempo stesso dolorosa dell’amore. È il 1927: Antonia frequenta la prima liceo ed è subito affascinata dal professore di greco e latino, Antonio Maria Cervi; non dal suo aspetto fisico, ché nulla ha di appariscente, ma dalla cultura eccezionale, dalla passione con cui insegna, dalla moralità che traspare dalle sue parole e dai suoi atti, dalla dedizione con cui segue i suoi allievi, per i quali non risparmia tempo ed ai quali elargisce libri perché possano ampliare e approfondire la loro cultura. La giovanissima allieva non fatica a scoprire dietro l’ardore e la serietà, nonché la severità del docente, molte affinità: l’amore per il sapere, per l’arte, per la cultura, per la poesia, per il bello, per il bene, è il suo stesso ideale; inoltre il professore, ha qualcosa negli occhi che parla di dolore profondo, anche se cerca di nasconderlo, e Antonia ha un animo troppo sensibile per non coglierlo: il fascino diventa ben presto amore e sarà un amore tanto intenso quanto tragico, perché ostacolato con tutti i mezzi dal padre e che vedrà la rinuncia alla “vita sognata” nel 1933, “non secondo il cuore, ma secondo il bene”, scriverà Antonia, riferendosi ad essa. In realtà questo amore resterà incancellabile dalla sua anima anche quando, forse per colmare il terribile vuoto, si illuderà di altri amori, di altri progetti , nella sua breve e tormentata vita.
Nel 1930 Antonia entra all’Università nella facoltà di lettere e filosofia; vi trova maestri illustri e nuove grandi amicizie: Vittorio Sereni, Remo Cantoni, Dino Formaggio, per citarne alcune; frequentando il Corso di Estetica, tenuto da Antonio Banfi, decide di laurearsi con lui e prepara la tesi sulla formazione letteraria di Flaubert, laureandosi con lode il 19 novembre 1935. In tutti questi anni di liceo e di università Antonia sembra condurre una vita normalissima, almeno per una giovane come lei, di rango alto-borghese, colta, piena di curiosità intelligente, desta ad ogni emozione che il bello o il tragico o l’umile suscitano nel suo spirito: l’amore per la montagna, coltivato fin dal 1918, quando ha incominciato a trascorrere le vacanze a Pasturo, paesino ai piedi della Grigna, la conduce spesso sulle rocce alpine, dove si avventura in molte passeggiate e anche in qualche scalata, vivendo esperienze intensissime, che si traducono in poesia o in pagine di prosa che mettono i brividi, per lo splendore della narrazione e delle immagini; nel 1931 è in Inghilterra, ufficialmente per apprendere bene l’inglese, mentre, vi è stata quasi costretta dal padre, che intendeva così allontanarla da Cervi; nel 1934 compie una crociera, visitando la Sicilia, la Grecia, l’Africa mediterranea e scoprendo, così, da vicino, quel mondo di civiltà tanto amato e studiato dal suo professore e il mondo ancora non condizionato dalla civiltà europea, dove la primitività fa rima, per lei, con umanità; fra il 1935 e il 1937 è in Austria e in Germania, per approfondire la conoscenza della lingua e della letteratura tedesca, che ha imparato ad amare all’Università, seguendo le lezioni di Vincenzo Errante, lingua che tanto l’affascina e che la porta a tradurre in italiano alcuni capitoli di “Lampioon”, di M. Hausmann. Intanto è divenuta “maestra” in fotografia: non tanto per un desiderio di apprenderne la tecnica, aridamente, quanto perché le cose, le persone, la natura hanno un loro sentimento nascosto che l’obiettivo deve cercare di cogliere, per dar loro quell’eternità che la realtà effimera del tempo non lascia neppure intravedere. Si vanno così componendo i suoi album, vere pagine di poesia in immagini. Questa normalità, si diceva, è, però, solamente parvenza. In realtà Antonia Pozzi vive dentro di sé un incessante dramma esistenziale, che nessuna attività riesce a placare: né l’insegnamento presso l’Istituto Tecnico Schiaparelli, iniziato nel ‘37 e ripreso nel ’38; né l’impegno sociale a favore dei poveri, in compagnia dell’amica Lucia; né il progetto di un romanzo sulla storia della Lombardia a partire dalla seconda metà dell’Ottocento; né la poesia, che rimane, con la fotografia, il luogo più vero della sua vocazione artistica. La mancanza di una fede, rispetto alla quale Antonia, pur avendo uno spirito profondamente religioso, rimase sempre sulla soglia, contribuisce all’epilogo: è il 3 dicembre del 1938.
Lo sguardo di Antonia Pozzi, che si era allargato quasi all’infinito, per cogliere l’essenza del mondo e della vita, si spegne per sempre mentre cala la notte con le sue ombre viola.
Onorina Dino
Biografia tratta da Antonia Pozzi. Nelle immagini l’anima: antologia fotografica,
a cura di Ludovica Pellegatta e Onorina Dino, Ancora, Milano 2007
ARCHIVIO
La bibliografia che segue è frutto di un lavoro collettivo: all’iniziale elenco, esito della ricerca di Tiziana Altea, si sono infatti aggiunte nuove voci, grazie al contributo di studiose e studiosi, estimatrici ed estimatori dell’opera pozziana. A loro esprimiamo la nostra più piena gratitudine. A questa sezione vanno integrati anche i riferimenti raccolti nelle pagine dedicate al Centro Internazionale Insubrico.
Riferimenti bibliografici
1. Opere di Antonia Pozzi | 2. Testi su Antonia Pozzi | 3. Traduzioni di Parole e di altri scritti di Antonia Pozzi | 4. Tesi su Antonia Pozzi
“Eyeless in Gaza” (saggio su Huxley), in Vita giovanile, anno I, n. 9, 31 maggio 1938.
Parole. Liriche, avv. Roberto Pozzi, Mondadori, Milano 1939 (1^ ed. privata per i tipi Mondadori, 91 poesie).
Flaubert. La formazione letteraria (1830-1856); con una premessa di Antonio Banfi, Garzanti, Milano 1940.
“Lettere di Antonia” (passi di lettere a vari destinatari), in “Lecco”, rivista di cultura e turismo, 5-6, settembre-dicembre 1941, pp. 47-49.
Parole. Diario di poesia 1930-1938, Mondadori, Milano 1943 (1^ ed., 157 poesie). Il volume comprende anche “Lettere ad un poeta” (passi di lettere a Tullio Gadenz); 1948 (2^ ed., 159 poesie, con prefazione di E. Montale. Mondadori, “Lo Specchio”); 1964 (3^ ed., 176 poesie, medesime prefazione e collana).
Poesie pasturesi, Arte Grafica Valsecchi, Lecco s.d. (ma 1954).
La vita sognata e altre poesie inedite; a cura di Alessandra Cenni e Onorina Dino, Scheiwiller, Milano 1986.
Diari; a cura di O. Dino e A. Cenni, Scheiwiller, Milano 1988; ristampa, 1989. Il volume comprende: “Note di viaggio (1933)”, pp. 55-60; “Progetto per un romanzo”, pp. 61-71; “Due saggi su Huxley”, pp. 83-97.
Parole; a cura di A. Cenni e O. Dino, Garzanti, Milano 1989 (1^ ed. critica, 248 poesie).
L’età delle parole è finita: lettere 1927-1938; a cura di A. Cenni e O. Dino, Archinto, Milano 1989.
Canto segreto; con dipinti di Domenica Regazzoni, All’insegna del pesce d’oro, Milano 1992.
“Poesie inedite di Antonia Pozzi”, in A. Pozzi – V. Sereni, La giovinezza che non trova scampo: poesie e lettere degli anni trenta; a cura di A. Cenni, Scheiwiller, Milano 1995.
“Due lettere di Antonia Pozzi”, in G. Scaramuzza (a cura di), La vita irrimediabile: un itinerario tra esteticità, vita e arte, Alinea, Firenze 1997, pp. 159-168 (Lettera ad Antonio Banfi, 25 settembre 1935, poi in L’età delle parole è finita: lettere 1923-1938; a cura di A. Cenni e O. Dino, Archinto, Milano 2002, pp. 205-208; Lettera a Dino Formaggio, 28 agosto 1937).
Parole; a cura di A. Cenni e O. Dino, 2^ ed. ampliata (289 poesie, compresi 2 frammenti), Garzanti, Milano 1998. Poi ristampato ne “Gli Elefanti. Poesia”, Garzanti, Milano 2001.
Mentre tu dormi le stagioni passano…; a cura di A. Cenni e O. Dino, Viennepierre, Milano 1998.
L’età delle parole è finita: lettere 1923-1938; a cura di A. Cenni e O. Dino, nuova ed. riveduta e ampliata, Archinto, Milano 2002.
Poesia, mi confesso con te: ultime poesie inedite (1929-1933); a cura di O. Dino, Viennepierre, Milano 2004.
Nelle immagini l’anima: antologia fotografica; a cura di L. Pellegatta e O. Dino, Àncora, Milano 2007.
Diari e altri scritti; a cura di O. Dino e con introduzione della stessa; note ai testi e postfazione di M.M. Vecchio, nuova ed., Viennepierre, Milano 2008. Il volume comprende: “Note di viaggio 1933”, pp. 53-56; “Abbozzo di romanzo”, pp. 57-63; “Due saggi su Huxley”, pp. 65-73; “Un esperimento di traduzione da Huxley”, pp. 73-75.
A. Pozzi – T. Gadenz, Epistolario (1933-1938); a cura di O. Dino, Viennepierre, Milano 2008.
Guardami: sono nuda; a cura di S. Carlesi, Barbès Editore, Firenze 2010.
Poesia che mi guardi. La più ampia raccolta di poesie finora pubblicata e altri scritti; a cura di G. Bernabò e O. Dino; con approfondimenti critici di F. Papi, D. Formaggio, G. Scaramuzza, E. Borgna, G. Calvenzi, G. Fofi e con un intervento di R. De Monticelli. In allegato dvd del film Poesia che mi guardi di M. Spada (2009, 50′, Italia, Miro Film), Luca Sossella Editore, Bologna 2010.
Soltanto in sogno. Lettere e fotografie per Dino Formaggio; a cura di G. Sandrini, Alba Pratalia, Verona 2011.
Flaubert. La formazione letteraria (1830-1856); con una premessa di Antonio Banfi; introduzione e note di commento Alessandra Cenni; edizione del testo Andrea Amerio, Scheiwiller, Milano 2012.
Poesie pasturesi. Omaggio del Comune di Pasturo ad Antonia Pozzi nel centenario della nascita. Introduzione di Guido Agostoni; [nota] su Antonia Pozzi di Onorina Dino; Bellavite, Missaglia 2012.
Antonia Pozzi, Flaubert negli anni della sua formazione letteraria (1830-1856); premessa di Antonio Banfi; edizione critica a cura di Matteo Mario Vecchio, bibliografia ragionata a cura di Chiara Pasetti, Ananke, Torino 2013.
Lieve offerta. Poesie e prose, a cura di Alessandra Cenni e Silvio Raffo, Bietti, Milano 2013.
Ti scrivo dal mio vecchio tavolo: lettere 1919-1938; a cura di Graziella Bernabò e Onorina Dino. Con un contributo di Marco Dalla Torre; postfazione di Tiziana Altea, Àncora, Milano 2014.
Parole. Tutte le poesie; a cura di Graziella Bernabò e Onorina Dino, Àncora, Milano 2015.
Mi sento in un destino: diari e altri scritti; a cura di Graziella Bernabò e Onorina Dino, Àncora, Milano 2018.
Nelle immagini l’anima: antologia fotografica; nuova edizione ampliata a cura di Onorina Dino, Ludovica Pellegatta, Àncora, Milano 2018.
Desiderio di cose leggere; a cura di Elisabetta Vergani, prefazione di Eugenio Borgna, Salani, Milano 2018.
1938, Primo Album, a cura e con contributi specifici di Marina Lazzari, Carlo Meazza e Fabio Minazzi, Mimesis Centro Internazionale Insubrico, Milano-Udine 2018.
A cuore scalzo: poesie scelte (1929-1938), a cura di Graziella Bernabò e Onorina Dino, Àncora Editrice, Milano 2019.
In un classificatore separato Cartella rossa IXa (non inerente all’Archivio Pozzi raccolto da Onorina Dino) sono stati raccolti dal Centro Internazionale Insubrico i seguenti documenti, in fotocopia, provenienti dal R. Istituto Tecnico Commerciale G. Schiaparelli Milano
- Stato personale di Antonia Pozzi
- Pagamenti al personale in riferimento ad Antonia Pozzi
- Assegni e ritenute annuali del 1937 /1938 in riferimento ad Antonia Pozzi
- Registri scolastici della classe I H dell’anno scolastico 1937-38
- Registri scolastici della classe II H dell’anno scolastico 1938-39
- Tasse e contributi scolastici degli studenti dell’anno 1937-38
- Stralcio del registro di corrispondenza dell’Istituto con enti quali il R. provveditorato degli studi, il Ministero dell’educazione nazionale dal 19.8. 1938 XVI al 15.9.1938 (arrivo della rivista La difesa della razza; divieto di iscrizione per gli studenti stranieri ebrei; censimento del personale di razza ebraica; disposizioni per la difesa della razza)
- Due lettere del prof. Cesare Carniti, insegnante di violino, al Preside dello Schiaparelli, datate 4 ottobre 1937, 4 novembre 1937 in merito alla programmazione di un ciclo concertistico scolastico.
- Programma dei concerti musicali del R. Istituto Tecnico Commerciale G Schiaparelli Milano nell’anno 1938/1939